24 Jul
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I dati riportati nella Relazione Annuale pubblicata questo mese da ARERA fotografano, nel dettaglio, l'andamento del mercato energico italiano: i consumi di energia elettrica si sono ridotti nel 2022 ma, nello stesso tempo, il fotovoltaico ha registrato una forte crescita. Da notare, però, che il contributo delle rinnovabili(considerando tutte le fonti e non solo il fotovoltaico) è in netto calo. Ecco cosa ha rivelato ARERA in merito.

La crisi energetica ha influenzato in modo significativo il mercato italiano: oltre all’aumento dei prezzi dell’energia all’ingrosso, infatti, nel corso del 2022 si è registrato anche un calo dei consumi complessivi di energia, in particolare per le forniture industriali e residenziali.

Dai dati riportati nella Relazione Annuale di ARERA, però, emergono ulteriori elementi di particolare interesse. Nel corso del 2022, infatti, è cresciuto il contributo del fotovoltaico per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. Nello stesso tempo, però, si è registrato un netto calo delle rinnovabili, a causa principalmente dell’emergenza idrica e del conseguente calo dell’idroelettrico.

Prima di andare oltre, ricordiamo che la crisi energetica è ancora in corso e che i prezzi dell’energia sono ancora ben superiori ai livelli pre-crisi. Di conseguenza, in questo momento è fondamentale scegliere le tariffe più convenienti per ridurre le bollette.

I dati di ARERA confermano un evidente calo dei consumi di energia elettrica in Italia. Complessivamente, infatti, il consumo di elettricità nel Paese si è ridotto del -1,1% nel 2022, rispetto a quanto registrato l’anno precedente. La diminuzione, però, non è omogenea.

In particolare, infatti, si registra un netto calo dei consumi industriali, in calo del -3,9% su base annua, e dei consumi domestici, in riduzione del -2,8%. Da segnalare anche un dato in contro-tendenza: i consumi del settore terziario sono in crescita del +4%.

Il fabbisogno nazionale è stato soddisfatto per l‘86% da energia elettrica di produzione nazionale. Il restante 14%, invece, è stato importato dall’estero. In questo caso, i dati sono in linea con il 2021 (mentre nel 2020 la quota di produzione nazionale era stata del 90%). Complessivamente, la produzione di energia in Italia è diminuita del -1% raggiungendo un totale di 286,9 TWh.



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