Un virtuoso percorso in sinergia con la comunità e in armonia con l’attività agricola presente nell’area che segna un doppio primato: l’impianto di Tarquinia sarà, infatti, anche <b>il più grande impianto solare italiano e porterà benefici concreti e trasversali dal punto di vista ambientale, economico e sociale, sia a livello nazionale sia locale. L’impianto coniugherà, quindi, innovazione e vicinanza al territorio e sarà in grado di soddisfare con circa 170 MW di potenza completamente rinnovabile il fabbisogno energetico di circa 111.000 famiglie.
Una volta a regime il parco agrivoltaico sarà in grado di produrre ogni anno circa 280 , evitando la dispersione nell’atmosfera di quasi 130.000 tonnellate di anidride carbonica e il consumo di circa 26 milioni di metri cubi di gas. Combustibile fossile che sarà interamente soppiantato da energia rinnovabile, pulita e prodotta localmente.Un risultato reso possibile anche dall’utilizzo sistemico di tecnologie all’avanguardia, come moduli fotovoltaici bifacciali che consentono un assorbimento di energia solare da entrambi le superfici e i tracker, strutture che permettono ai pannelli di seguire il sole durante tutto l’arco della giornata, così da massimizzare la produzione e renderla ancora più efficiente.
Il progetto genererà anche altri benefici per l’economia locale: le imprese impegnate nella costruzione sono laziali, per la maggior parte proveniente dalla provincia viterbese, con un picco di coinvolgimento occupazionale di circa 330 persone in 13 mesi di tempo stimato di costruzione. Un caso esemplare quello di Tarquinia che conferma quanto sia fondamentale, per la transizione energetica, la capacità di dialogare con il territorio per sviluppare modelli sostenibili, in sintonia con le necessità dei cittadini, e che le ragioni dell’ambiente e dell’economia non sono in contrapposizione, ma si alimentano a vicenda generando ricadute positive per l’intero Sistema Italia.